La grande letteratura assomiglia a uno specchio multiforme: non restituisce mai una sola immagine, ma offre ai lettori assonanze, riflessi, sfumature esistenziali d’innumerevoli colori. Prisma policromo, simile a quei vecchi giochi caleidoscopici dove scintille di luce destano meraviglia per chi li osserva. Milan Kundera sostiene che il romanziere non è né uno storico né un profeta, ma un esploratore dell’esistenza.1 Proprio dalla vita – calpestata, esaltata, o redenta – lo scrittore crea mondi e ponti, stabilendo spesso delle “affinità elettive” là dove non sembrano evidenti. Nell’ombra, parafrasando Bruno, il riflesso di luci più intense, capaci di svelarci altro, ma ancora e sempre letteratura. Antonina Nocera naviga fra le righe, scorge queste ombrose simbologie e nel suo breve saggio Metafisica del sottosuolo propone un collegamento inconsueto tra due autori apparentemente distanti: Leonardo Sciascia e Fëdor Dostoevskij.
In che modo prende vita questo paragone? È l’autrice stessa a rivelarcelo:

«Questo saggio è un omaggio all’osare. Ogni esercizio di critica dovrebbe tenere in conto questa attitudine. Perlustrare territori nuovi, con le armi dell’intuito, dell’intelligenza e della capacità di meraviglia, sempre viva. L’esito della mia ricerca è il frutto di questa sinergia di intenti. Osare contraddire le intenzioni manifeste. Dostoevskij, grandissimo scrittore, ma non lo amo, diceva Sciascia, e io ho inteso scrivere un contromanifesto di una familiarità mai rivelata tra due grandi, immensi scrittori».2

Antonina Nocera, Metafisica del sottosuolo

Da dove può nascere dunque una famigliarità tra due scrittori così distanti? Evidentemente dalla vita. Perché è proprio nella sua esplorazione che convergenze e divergenze prendono forma. La scrittura attraversa la vita e si fa vita, avvicinando le anime, salvandole o condannandole davanti all’inquietudine di quel mistero che tutto avvolge. La scrittura è «un metodo di indagine sull’uomo, inteso come unità misteriosa su cui è impossibile mettere un punto definitivo» (p. 3). Nocera individua ne Il contesto di Sciascia un momento epifanico, quando il protagonista scorge un testo del russo fra vari libri. Ecco che l’analisi si trasforma in una indagine anch’essa, proprio secondo il modello sciasciano, e si interroga sul perché il siciliano abbia menzionato l’autore dell’est meno amato, e non il caro Tolstoj. Sciascia, insomma, apre un mondo al lettore e l’incontro con Dostoevskij diventa “necessario”.
Ciò è individuabile quando, su indicazione della studiosa:

«La morte di Rogas, come quella di Fëdor Karamazov, rappresenta l’esito di un delitto filosofico, espressione che Rolland applicò al delitto per eccellenza, ossia quello del giovane Rascol’nikov e dell’usuraia in Delitto e castigo» (p. 16).

Siamo insomma davanti al crollo della ragione illuminista, delle certezze che incarnava; siamo al cospetto del senso ultimo dell’esistere, ovvero il non avere un senso ultimo. Metafisica del sottosuolo, dell’anima che lotta tra cielo e terra cercando di decifrare simboli e allegorie spesso disarmanti. Sappiamo come in Dostoevskij la fede cristiana consegni una ontologia della libertà complessa e combattuta tra peccato e redenzione. Sciascia è più concentrato sulle forze ineludibili che ci circondano, sull’errore giudiziario quale doppio di un fraintendimento esistenziale, su un concetto di nichilismo «parodizzato» (p. 31). In entrambi gli scrittori, tuttavia, grazie a quel gioco di specchi a cui si accennava precedentemente, è essenziale l’esplorazione del “dramma” offerto dalla libertà. Una libertà in cui ci si interroga su cosa sia permesso, se dio sia assente o se al contrario ti osserva sconsolato, magari da un castello di kafkiana memoria.
La scrittura di Nocera, così rigorosa e netta, rimanda a quella metafisica appena citata, una trascendenza intrisa dei profumi della terra siciliana e degli inverni russi, consegnandoci un saggio che si apre a nuovi mondi e nuove suggestioni interpretative, affatto concluse.

———

Note:

1) Cfr. S. Petrosino, Contro la cultura. La letteratura, per fortuna, Vita e Pensiero, 2017, p. 37.
2) https://www.cronacaoggiquotidiano.it/2020/12/15/metafisica-del-sottosuolo-di-antonina-nocera-strano-rapporto-fra-dostoevskij-e-sciascia/

———

Immagine di copertina:
illustrazione di Massimo Giacci, 2022.