Attratto dal titolo, e tanto più dalla lettura dell’introduzione di Federico Chicchi (Neoliberalismo, crisi e centralità della riproduzione sociale. Desiderare nuovi assemblaggi e nuove alleanze, che potete trovare qui), mi sono procurato Neoliberismo e riproduzione sociale. La questione del valore nel capitalismo contemporaneo di Kin-d of group (ombrecorte, 2024). Esito di un seminario tenuto all’Università di Bologna, centrato su una serie di incontri con autrici che hanno sviluppato ricerche sul tema marxiano della riproduzione della forza lavoro, in relazione allo specifico delle contingenze contemporanee e dalla prospettiva privilegiata dello sguardo femminista (Alisa Del Re, Cristina Morini, Silvia Federici, Stefania Barca, Alessandra Mezzadri, Sara Farris, Angela Balzano, Federica Timeto e Sale Sirigu), il libro si è rivelato una lettura straordinariamente ricca di spunti interpretativi, tanto da avere condizionato le mie successive letture estive come doveroso approfondimento.

Dietro al nome Kin-d of group stanno le partecipanti al seminario e autrici del volume, gruppo eterogeneo ma pertanto motivato e capace di focalizzare un ampio spettro di orizzonti tematici. Nei cinque capitoli che sostanziano il volume, la questione della riproduzione, complessissima e determinante per comprendere il presente, viene affrontata da prospettive operaiste, ecofemministe, transfemministe, postumaniste, tracciando un quadro multiforme di analisi e riflessioni sempre adeguate alla complessità del discorso e sempre con una qualità di scrittura assolutamente eccellente.

Ci tenevo a proporre il volume, non sentendomi a livello dei discorsi abbastanza da azzardare una recensione, ho proposto all’editore di concedere a Ibridamenti la possibilità di pubblicare le Conclusioni al libro, a integrazione dell’Introduzione di Federico Chicchi. Pertanto eccole, augurandomi possano motivare alla lettura del libro.

Neoliberismo e riproduzione sociale

Conclusioni di Kin-d of group

Con questo lavoro, frutto di una elaborazione collettiva, abbiamo provato a far emergere un elemento che riteniamo cruciale, sia a livello di analisi, sia per quanto concerne i potenziali risvolti politici che emergono dai contributi qui raccolti. Tanto durante lo svolgimento dei laboratori seminariali, quanto nelle discussioni che hanno accompagnato la fase di scrittura e di elaborazione, è emerso il cuore del nostro ragionamento: il tentativo di cogliere i diversi modi in cui viene estratto valore dalla riproduzione sociale. Il volume è attraversato dal costante sforzo di reinterpretare e integrare, in una prospettiva trasformativa comune, i molteplici approcci affrontati durante il laboratorio.

Nel richiamare il ruolo della riproduzione sociale abbiamo voluto dialogare con coloro che hanno messo in evidenza, in contesti e momenti storici diversi, il ruolo della riproduzione sociale all’interno dei meccanismi dell’accumulazione capitalista. Da una parte abbiamo cercato di sottolineare come il capitale estragga valore dalle attività di riproduzione, dall’altra come tali attività abbiano spesso una bassa considerazione sociale e vengano sovente svolte da soggettività marginali e subalterne. Indagare le modalità attraverso cui determinate soggettività sono sistematicamente relegate ai margini è, quindi, rilevante perché ci permette di rendere visibile come i diversi dispositivi che presiedono all’accumulazione si rimodulino sulla base delle differenti istanze da cui estraggono valore. In altre parole, il capitalismo neoliberale metabolizza e riscrive, all’interno della logica del valore, pratiche che si sviluppano inizialmente in opposizione alle sue finalità e al suo funzionamento come mostrano, ad esempio, le differenti forme di washing (pink, rainbow, green, purple, ecc.).

Seguendo le importanti suggestioni dei femminismi che abbiamo approfondito nei diversi capitoli del volume abbiamo cercato di problematizzare analiticamente la cesura netta tra produzione e riproduzione sociale così come ereditata dal patriarcato keynesiano e di cogliere, invece, nella loro ambivalenza le loro attuali confusioni e sovrapposizioni. In questa inedita complessità riconoscere la inaggirabilità della questione della riproduzione sociale diviene una necessità politica oltre che teorica che non possiamo evitare di assumere. Con questo non si vuole semplicemente reclamare il riconoscimento di un ruolo della riproduzione sociale interno al sistema capitalistico o limitarci in questo senso a rivendicare l’importanza della riproduzione sociale come dimensione di esternalizzazione dei processi di valorizzazione, ma promuovere l’invenzione di pratiche sociali capaci di costruire nuove alleanze e nuovi assemblaggi in grado di contrastare le insopportabili ingiustizie del presente.

In generale, trasversalmente alle riflessioni proposte nel testo, è emerso in maniera chiara quanto si stiano moltiplicando le contronarrazioni e le narrazioni contro-egemoniche in opposizione a quella dominante, che porta con sé, da un lato racconti eroici, immaginari coinvolgenti e, dall’altro, gravi stigmatizzazioni e processi di ri-feudalizzazione. Inoltre, abbiamo voluto mostrare con decisione quanto queste contro-narrazioni evidenzino, implicitamente o esplicitamente, la necessità di abbandonare una logica di analisi e di azione basata su dualismi, binarismi e centrismi, che continuano a insistere sulla realtà ribadendo gerarchie e pratiche violente di asservimento e assoggettamento. Le preziose dinamiche di emancipazione che abbiamo osservato emergere in seno al capitalismo contemporaneo e che nel volume sono più volte richiamate, si costituiscono, a nostro avviso, non solo per sottrazione, ma con la definizione di un terreno comune di lotta, che si dà, prima di tutto, attraverso il riconoscimento reciproco di plurali istanze di soggettivazione. Creare nuove alleanze tra tali soggettività ci pare costituire un punto di partenza ineludibile per poter cominciare a immaginare nuovi modi di abitare e di fare il mondo.

La riflessione sulla centralità dell’Uomo come “Universale” emerge come altro tema cruciale all’interno dei molteplici approcci teorici esaminati in questo testo. Tale riflessione, che identifica l’Uomo come quella creatura capace di attraversare ogni individuo senza però essere nessuno in particolare 1, ha profondamente influenzato il pensiero occidentale nel corso dei secoli. L’Uomo, presentandosi contemporaneamente come una figura maschile e neutra, una sorta di creazione ibrida della mente umana, si auto-proclama come la sola verità dicibile 2. Nonostante questa interezza concettuale, l’Uomo non lascia una storia personale tangibile ma continua a permeare il linguaggio con la sua astratta essenza e la sua discendenza filosofica che si perpetua attraverso i millenni.

Questa concezione si è infiltrata nelle politiche, nelle relazioni sociali e nelle gerarchie di potere, plasmando profondamente l’organizzazione e la struttura delle società. Nel corso del libro si delineano dei margini, dei punti di distacco dal centro rappresentato dall’Uomo 3. Tale distanziamento riflette le dinamiche sociali e politiche influenzate da secoli di dominio e privilegio, generando disuguaglianze economiche, razzismo istituzionalizzato, discriminazione di genere, oppressione delle persone Lgbtq+, e sfruttamento delle altre specie viventi. Le dinamiche di marginalizzazione così si intrecciano creando un intricato sistema di privilegi e oppressioni che contribuisce a mantenere lo status quo.

Tuttavia, facendo tesoro degli insegnamenti di bell hooks, in questo elaborato, il margine assume un ruolo diverso, configurandosi come uno spazio di resistenza e possibilità. Questa marginalità non è vista come una condizione destinata a dissolversi nel raggiungimento del centro, ma piuttosto come un luogo in cui la capacità di resistenza può essere nutrita e sostenuta. Questo ci offre la possibilità di individuare una prospettiva radicale da cui considerare, immaginare e creare i nuovi mondi cui aspiriamo.

Questo volume, questo gruppo, rispecchiano in fondo l’esigenza di costituire un legame che da un lato apprezzi le differenze e dall’altro sia in grado di costituirsi su di un terreno comune. Per tirare le fila, noi: un guazzabuglio di persone che ha voglia di immaginare un nuovo modo di prendersi cura del mondo. Cura di noi e tra di noi, cura della vita, cura della natura, cura dellx altrx, cura come costruzione di inedite parentele (Kin) e di inedite relazioni sottratte finalmente allo sfruttamento.

Note:
1) Così Anna Cavarero (2009), in particolare pp. 17-18.
2) L’Uomo così come il Nord, il Bianco, il Centro, l’Occidente, il Progresso, il Capitale, ecc.
3) Inteso come umano, maschio, bianco, adulto, etero, cisgender, abile, ricco, proprietario, produttore e occidentale.
Immagine di copertina:
Raoul Dufy, La Fée Electricité, 1937 – Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris